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giovedì 27 gennaio 2011

UNO STRANO CASO: IL FERRALE

CITTADINI AREA FIORENTINA

COMITATI DEI CITTADINI – FIRENZE

 

 

LO STRANO CASO DEL FERRALE

OVVERO

UN PIANO URBANISTICO CONVENZIONATO SENZA CONVENZIONE

 

 

Di recente ("la Repubblica" del 29 dicembre) è ritornata all'attenzione della cronaca una vicenda che già da tempo abbiamo denunciato: il megaimpianto di rottamazione del Ferrale (un edificio di 30.000 mq), nato su una area agricola del quartiere 4, non ha ancora la viabilità e le opere di accesso previste nel progetto approvato (strade, raddoppio sottopasso etc.) né le altre opere di mitigazione previste (un nuovo parco pubblico sul lato ovest e alberature di fascia).

 

1. Ecco cosa si prevedeva in uno dei disegni del progetto poi autorizzato

In pratica, non ha le cosiddette opere di urbanizzazione che costituiscono l'elemento principale di un Piano Urbanistico Convenzionato quale è l'Impianto del Ferrale, opere regolarmente previste nella bozza di convenzione allegata al Piano ed approvata dal Consiglio Comunale.

 

2. Ecco come si presenta il "parco" di mitigazione oggi da via del Ferrale

 

Ma allora, perché le strade previste non ci sono?

Perché c'è ancora la viabilità locale non adeguata al traffico previsto?

 

3. Il sottopasso che collega il nuovo centro a via Minervini cioè alla A1 e FI-PI-LI

4. Via di Castelnuovo che collega il centro del Ferrale con gli abitati storici dell'Oltregreve

 

Il centro è stato autorizzato grazie a un'autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Firenze (Presidente Matteo Renzi) con atto dirigenziale n.1901 del 4.6.2007 nella quale numerosi aspetti critici di tipo ambientale e urbanistico venivano rimandati alla definizione di un Progetto Unitario Convenzionato e si subordinava l'inizio dei lavori alla presentazione "di un progetto per l'esecuzione del PUC".

 

Nel maggio 2008 la Soc. Ecofirenze depositava presso la Direzione urbanistica del Comune di Firenze il progetto unitario del Ferrale "contenente i progetti delle opere di urbanizzazione a servizio dell'area, uno relativo al verde pubblico e registrato al protocollo col numero 26166/2008, e un altro relativo alla viabilità e registrato al protocollo con il numero 26169/2008".

 

Nel giugno 2008 la Società Ecofirenze comunicava l'inizio lavori e "consegnava sia l'atto unilaterale d'obbligo, si la garanzia fideiussoria per un importo di euro 946.462,00".relativi alle opere previste del PUC.

 

Nel novembre 2008, nonostante numerose opposizioni e richieste da parte dei Cittadini di Firenze e di Mantignano Ugnano, il Consiglio Comunale del 17 novembre (presenti 24 consiglieri e 22 assenti, con il voto contrario di Ornella De Zordo, e 23 favorevoli fra i quali anche quello di Alberto Formigli) ha approvato il PUC del Ferrale presentato dalla Società Ecofirenze e l'allegato Schema di Convenzione, autorizzando inoltre "il Direttore della Direzione Urbanistica, o suo delegato, ad apportare allo schema di convenzione correlato al progetto unitario, ogni eventuale modifica di carattere non sostanziale che si renda necessaria per la miglior tutela degli interessi dell'Ente".

 

Sono passati oltre due anni

 

La Giunta e la maggioranza che aveva approvato quegli atti è stata travolta da alcuni scandali urbanistici ed edilizi sollevati dalla Procura di Firenze che, fra l'altro, ha prelevato in Comune tutta la documentazione relativa al progetto del centro unitario di rottamazione del Ferrale dal 12 giugno 2008 al 28 gennaio2010 (sarebbe magari opportuno che qualcuno spiegasse come mai è stato portato in Consiglio l'approvazione di un PUC relativo a un progetto i cui documenti da quattro mesi erano stati prelevati dalla Procura della Repubblica).

 

Della Convenzione del PUC del Ferrale non si è saputo più nulla , né dei suoi contenuti redatti dallo Studio Quadra né della sua firma che rende realmente esecutiva la convenzione!

 

Se è vero che un piano Urbanistico convenzionato non può dirsi tale in assenza di convenzione regolarmente firmata dai contraenti (rappresentante del Comune ed operatore privato), e che pertanto, qualora la convenzione non sia firmata i lavori non possono avere inizio, come mai, nel nostro caso, i lavori relativi all'Impianto sono già ultimati (non così quelli relativi alle opere di urbanizzazione) senza che la convenzione sia stata perfezionata dalle firme?

 

In attesa di una risposta vorremmo far presenti altri gravi carenze da parte dell'Amministrazione comunale su un progetto di questa rilevanza.

 

Perché, al momento della presentazione del Piano, all'operatore non è stato richiesta la dimostrazione della titolarità delle aree su cui intendeva realizzare l'intervento? tant'è che ha potuto tranquillamente dichiarare di sua proprietà una parte dei terreni di pertinenza e proprietà della confinante e storica Villa Lisi, terreni che nel progetto erano destinati a una doverosa zona di rispetto, come richiedeva la rilevanza architettonica della Villa.

 

Ci chiediamo infine come mai alla Direzione Urbanistica si sia passati da un pomposo Servizio "Grandi Progetti", che si è occupato di Piani Urbanistici quali il Ferrale e Castello (con tanto di Dirigente, funzionari responsabili, tecnici ed addetti vari), ad un Ufficio fin troppo modesto denominato "PUE di iniziativa privata e certificazioni urbanistiche" che per di più dispone solo di qualche "tecnico" e ha vacante il posto di responsabile? Davvero la Amministrazione comunale pensa che questo settore debba essere così negletto? Proprio la gestione dei rapporti con i privati, in quanto la più delicata e strategica, richiederebbe invece una struttura articolata guidata da un responsabile competente e dotata di personale adeguato, sia numericamente che qualitativamente.

Tanto più questo è vero oggi, quando le risorse disponibili sono poche ed è importantissimo ricorrere alla collaborazione dei privati, non già per rilasciare permessi a costruire con il principale scopo di far cassa, quanto invece per instaurare, soprattutto nella realizzazione delle opere e infrastrutture pubbliche, un proficuo rapporto sinergico fra pubblico e privato in cui ognuno sia consapevole e responsabile del proprio ruolo.

 

Per ora questa incredibile vicenda conferma una realtà che da anni è sotto i nostri occhi:

 

nei piani convenzionati gli interessi dei privati sembrano sempre anteposti agli interessi collettivi, e spesso nelle more delle controversie procedurali gli stessi piani vengono per lo più disattesi con danni rilevanti per la collettività.

 

Crediamo che questa prassi vada interrotta e che un amministratore che si ispiri ai principi della democrazia e della tutela degli interessi collettivi debba inaugurare – possibilmente con fatti e non con proclami - una stagione nuova che stabilisca il principio che una convenzione coi privati deve essere valida (cioè firmata) al momento di iniziare i lavori e che prima si faccia ciò che è di interesse pubblico e poi quello che è di interesse privato.

 

5. Stato attuale del "parco" pubblico previsto dal PUC, visto da Via di Castelnuovo

 

Poiché adesso è troppo tardi per pretendere la correttezza degli atti, chiediamo almeno che le opere di urbanizzazione previste dal PUC siano realizzate prima che sia consentito l'inizio dell'attività dell'Impianto.

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