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lunedì 18 luglio 2011

VENAUS CHIAMA FIRENZE


CITTADINI AREA FIORENTINA
comitati dei cittadini - firenze

L’incontro dello scorso 27 giugno al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il cui contenuto si trova nell’allegato comunicato stampa di “Italia Nostra”, potrebbe aprire una pagina nuova nei rapporti tra Ministero da un lato, associazioni ambientaliste e comitati dall’altro. Ci sarebbe la volontà di aprire un tavolo di confronto sui nodi critici del sottoattraversamento TAV a Firenze.
In quella sede è stata riconosciuta infatti l’esistenza di molte criticità per un’opera che per importanza non è confrontabile con nessun’altra mai realizzata o prevista in Toscana. In particolare il problema dello smaltimento delle terre non appare per nessuno al momento risolvibile. Si porrebbe dunque a questo punto la necessità di fermare i lavori, e sarebbe indispensabile iniziare a parlare di trasporto ferroviario più che di infrastrutture, confrontandosi davvero sulle alternative avanzate da più parti nel corso di questi anni.
Tutto ciò avviene mentre i gravi fatti della Val di Susa oscurano qualsiasi ragionamento sensato sul merito tecnico ed economico di queste grandi opere. Valentino Parlato, in una lettera pubblicata su “Il Manifesto” così si rivolge al Presidente Napolitano:

“Caro Presidente, lei ci ha insegnato che gli ordini ingiusti non si eseguono, agli ordini ingiusti si resiste. Lei, Presidente, ha affermato nel suo comunicato che «non si può tollerare che a legittime manifestazioni di dissenso, cui partecipano pacificamente cittadini e famiglie si sovrappongano provenienti dal di fuori, squadre militarizzate per condurre inaudite azioni aggressive contro reparti di polizia chiamati a far rispettare la legge». Ci son dunque due leggi e anche chi protesta è dentro la legge, non solo chi ha il compito di farla rispettare. Tutto questo deve offrire un'ampia materia di riflessione a ogni persona che non viva di preconcetti. Proviamo dunque a discutere nel merito delle cose. Il treno Tav dà lavoro oggi e ne darà per anni. Domani, il treno entrerà in un progetto di viaggiatori e scambi di merci altissimo e crescente. Ma è proprio così? In verità, l'oggi è ben diverso da come spesso lo si racconta: traffici e passeggeri sono in netta diminuzione rispetto alle previsioni sulle quali l'opera era stata decisa”.

Secondo l’economista dei trasporti Marco Ponti probabilmente quello che si farà in Val di Susa, una volta aperto il cantiere, sarà un più economico tunnel ad una sola canna, solo per il traffico delle merci. Non vi è del resto alcuna probabilità di far marciare i TGV francesi sulle linee AV italiane né viceversa. E in ogni caso il traffico ferroviario, su quella tratta, è in costante calo.
Il finanziamento chiesto all’Europa e in nome del quale, a quattro giorni dalla scadenza, si è voluta esercitare una straordinaria violenza su quelle popolazioni, è pari al 4,5% del valore del progetto (calcolato attorno ai 15 miliardi di euro). Un ulteriore finanziamento EU coprirebbe solo il 30% della tratta Sulla Val di Susa in TV abbiamo sentito dichiarazioni di autorevoli esperti completamente divergenti. In conclusione, quel progetto non è buono né chiaro!

Mentre in Val di Susa i sindaci, che in 22 anni non sono mai stati veramente ascoltati, aprivano la marcia dei 70.000 per opporsi ad un’opera dissennata, in Toscana le istituzioni locali sul tema della TAV sembrano essersi nel frattempo dileguate. Dopo le sue dichiarazioni sul “fare presto e bene”, tace il Presidente della Regione Rossi, anche sulla questione dello sportello informativo che pure aveva garantito. Tace anche il Sindaco Renzi che si prepara ad un accordo con Moretti senza alcuna contropartita.
Forse non ci sono soldi, forse ci si prepara alle elezioni politiche anticipate, forse il problema delle terre è davvero insormontabile, fatto sta che è Roma a parlare con i fiorentini, non Palazzo Vecchio e neanche il palazzo della Regione.
Questi silenzi destano in noi sospetto e ci parlano del fortissimo blocco di interessi favorevole a queste opere che siamo chiamati a fronteggiare, a Firenze come in Val di Susa. Silenzi che sfidano ogni indignazione pubblica, ogni argomentazione, ogni competenza e valore condiviso.
Quali pegni sono oggi chiamati a pagare i numerosi politici locali e nazionali che recitano il mantra dello sviluppo e della modernità? E soprattutto, a chi?
A Firenze basterebbe perseguire il principio importantissimo della precauzione e di una saggia moratoria per un progetto le cui criticità, più volte evidenziate, sono di carattere ingegneristico e funzionale, in un contesto nel quale, tra l’altro, i treni dell’A.V. transitano regolarmente, anche senza il nuovo tunnel e la nuova stazione agli ex-Macelli.
Infine, imporre spese inutili in un periodo di grave crisi economica come l’attuale risulta una forma gravissima di sostanziale violenza da cui tutte le autorità dovrebbero prendere le distanze.

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