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sabato 14 gennaio 2012

Arcidosso: Grande partecipazione all'assemblea pubblica sulla geotermia

Arcidosso 4-1-2010            (sul fondo la versione inglese di B. Origo)

Già nell’introduzione Carlo Goretti, di fronte a una sala gremita, ha esposto fatti e dati chiari e inequivocabili, che da qualche tempo hanno cominciato a emergere sulla stampa e in rete: quanto e cosa esce ogni giorno dalle centrali geotermiche dell’ Amiata. Sono tonnellate ogni giorno di elementi inquinanti che ricadono su tutti i centri abitati e su tutto il territorio. L’arsenico, che prima del 2000 era in dosi modestissime, oggi continua ad aumentare nell’acqua. E con la centrale di Bagnore 4 si rischia di raddoppiare la produzione di energia (triplicandola sul versante grossetano) e i danni sul territorio e la salute che ne conseguirebbero.
Scorrevano immagini altrettanto chiare sugli effetti dell’alta entalpia, compresa la desertificazione del territorio di Larderello, a dimostrazione che là dove c’è la geotermia questo diventa impoverito, marginale, abbandonato dagli abitanti.
Chiarezza estrema l’ha fatta il professor Andrea Borgia, che demolisce la falsa informazione costruita in questi anni.

Non è vero che la Geotermia è una fonte di energia rinnovabile e la prova è che Enel abbandona i pozzi sfruttati e ne deve scavare sempre di nuovi (due milioni di euro investiti da più società anche nel versante dell’Albegna fino a Scansano, nda).
Non è vero che la Geotermia sull’Amiata è una fonte pulita. E’ particolarmente inquinante, invece, proprio per la natura vulcanica del monte e le immissioni sono intollerabili sull’ambiente. Sia per le eruzioni geotermiche dirette, vere e proprie nubi tossiche, verificatesi negli anni scorsi, sia per le emissioni quotidiane.
Non è vero che non ci sono rischi geologici e per il bacino acquifero. Gli studi del professore, e anche di altri enti accreditati, sull’esistenza di deformazioni gravitative profonde dovute alla presenza di materiale argilloso, indicano possibili crisi strutturali per i pozzi. Inoltre, le relazioni tra bacini acquiferi geotermico e freatico possono provocare l’impoverimento e l’inquinamento della falda acquifera, come dimostrano le recenti misurazioni sull’abbassamento della falda di 300 metri.

Si tratta delle fondamentali risorse di acqua che soddisfano settecentomila persone. Gli ultimi grafici mostrati, con dati provenienti anche dal CNR di Pisa, hanno chiarito i vari rapporti e le correlazioni tra lo sfruttamento geotermico, la portata d’acqua della falda e il contenuto d’arsenico.

La scelta geotermica è irreversibile. Una volta fatta non si torna indietro, durerà per secoli. Per questo devono esserci certezze e fino a quando non ci sono bisogna fermarsi. Fino ad oggi risposte e garanzie precise non sono mai state date.

Borgia, che nella prima parte della sua relazione ha informato i presenti circa le difficoltà incontrate personalmente come membro del Comitato Tecnico Regionale per la Geotermia (ostacoli per ottenere addirittura l’accesso alla documentazione e boicottaggio reiterato nei suoi confronti e alla sua relazione tecnica, l’unica a non essere mai stata presa in considerazione), ha avuto di recente, proprio per i suoi studi sull’Amiata, l’incarico prestigioso come ricercatore presso il Lawrence Berkeley National Laborator. Per lavorare per il Ministero dell’Energia degli USA, dove, peraltro, le centrali sono a sistema binario, mentre l’Enel non le vuole fare sull’Amiata.
Tante domande sono state sollevate dalla gente in sala: come mai non si fanno valutazioni d’impatto ambientale e di impatto sanitario? Perchè non esiste un bilancio idrico complessivo della zona? Perché non vengono normate le emissioni?
Verrebbe da chiedersi in quale democrazia viviamo: un funzionario dell’Assessorato Regionale all’Ambiente impedì, con un escamotage, poco tempo fa, la presentazione ai comitati delle osservazioni alla Via sull’Impianto di Piancastagnaio.
Gli interventi appassionati e numerosi che si sono susseguiti durante l’assemblea pubblica hanno dimostrato che c’è una nuova e inarrestabile determinazione da parte della popolazione a difendere territorio e qualità della vita. I cittadini hanno sostenuto la necessità di un recupero vero a autentico della vocazione dell’Amiata, con i suoi prodotti, il suo paesaggio prezioso e unico, con il rilancio di un turismo sostenibile. Tutte cose che rischiano seriamente di venire compromesse.
Oltre alla folta presenza dei cittadini e dei comitati di tutto il comprensorio amiatino, di esponenti di Rete Ambiente Grosseto, di Italia Nostra, sono intervenuti il sindaco di Arcidosso, Landi, e il consigliere Bianchini. Landi è stato l’unico sindaco dell’Amiata a partecipare all’assemblea e ha ribadito la necessità di raccogliere più dati certi possibili sul problema geotermico. Ricordiamo che, come è stato spiegato durante l’incontro, rispetto a qualche anno fa, oggi l’Enel versa dei fondi alle amministrazioni comunali coinvolte. Tanto per fare un esempio, il comune di Arcidosso prende 220 mila euro da Enel.

I Comitati dell’Amiata hanno chiesto fermamente al prof. Borgia di restare nella Commissione “perché almeno un membro di nostra fiducia su sette vi sia presente”.
La popolazione, insomma, chiede chiarezza e di essere coinvolta nelle scelte che riguardano il futuro, lo sviluppo e la vita del Monte Amiata e non ci sta più a subire decisioni calate dall’alto da una politica che, a volte, crede ancora di fare parte di una casta intoccabile.

Vittoria Guglielmi
Foto Patrik Marini
  (segue la versione in inglese di B. Origo)
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PRESS RELEASE
Rete Ambiente Grosseto - Laboratorio Amiata – Grosseto, 10/1/2012
At Arcidosso (Grosseto), on Jan. 3rd, a stormy public assembly was held to protest against geothermal plants on Monte Amiata, which present grave risks to the population’s health and to the whole delicate ecological balance of the mountain itself. Especially as ENEL (the Italian national electricity company) is planning to double the electricity production with a 40 MW geothermal power plant at Bagnore 4, on this mountain.

Prof Andrea Borgia, an eminent geologist and vulcano expert (recently called by the Lawrence Berkeley National Laboratory to study local geothermal projects, on the basis of his highly regarded work on the Amiata situation), gave a detailed report on the urgent problems created by the geothermal exploitation of this mountain, situated in Southern Tuscany between the provinces of Siena and Grosseto.

Prof. Borgia maintains that the techniques used for years by ENEL to exploit the deep water reserves, which were so plentiful that they furnished water to the population of entire cities (about 700.000 people), present very high risks to the population and to the stability of the mountain itself.

The water table, since the beginning of the exploitation of geothermal vapour here, has become lower by 200 m. To explain this better, Prof. Borgia points out that the water used in recent years would have been enough to provide drinking water to the whole population of the world for 100 days. What’s more, the deep perforations needed to reach sufficient heat release poisons from the vulcanic magma which are then found in the water: the presence in drinking water of arsenic, mercury and other substances has risen dangerously in the last few years. The weight of the vulcanic cone, resting as it does on a clay stratum, also produces gravitational deformities that make deep perforations a very risky project.

A serious analysis of the situation was requested by EDRA (European Development Research Agency) to the Regione Toscana and entrusted to Andrea Borgia, professor at Milan University and at Arizona State University, who produced his findings in 2006. The conclusion, in brief, was that geothermal energy on the Amiata mountain is not a renewable energy, it is not clean, and it will provoke serious damage to the whole hydro-geological basin. The existing four plants are already having serious negative effects on the environment.

It is interesting to observe that ENEL (Enel Green Power North America), backed by Obama’s administration to the tune of $61 million, has recently installed in America two power plants of 47 MW each, in binary cicle, a closed circuit which is much safer than the Italian one, but also much more expensive.

The tragedy that is menacing a very large, important, and beautiful Tuscan territory is finally producing a unifying effect on the many local committees that for years have been trying to alert Italy and the world. The Regione Toscana, who has been backing this project with the collaboration of Provinces and even some townships, will not, one hopes, be allowed to proceed any further.

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