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martedì 28 agosto 2012

[Ass.Vivere in Valdisieve] LA SALUTE NELLE MANI DELLA MAGISTRATURA

LA SALUTE NELLE MANI DELLA MAGISTRATURA

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Ruggero Ridolfi – Oncologo Forlì – ISDE Italia
Solo nel 2010 l'Ilva di Taranto ha emesso oltre 4 mila tonnellate di polveri, 11 mila tonnellate di diossido di azoto, oltre 11 mila tonnellate di anidride solforosa, 7 tonnellate di acido cloridrico; più di 1 tonnellata di benzene; 338,5 chili di Idrocarburi Policiclici Aromatici; 52,5 grammi di benzo(a)pirene; ed infine ben 14,9 grammi di diossine: ovvero la quantità annua massima tollerabile per 290 milioni di persone del peso di 70 kg…. e, quindi, per circa un miliardo di bambini del peso di 15 Kg. Si aggiungono poi le emissioni "non convogliate", ovvero quelle che non escono direttamente dai camini e che la stessa Ilva stima in ulteriori 2148 tonnellate di polveri. E' un disastro ambientale ampiamente annunciato: dal 2004 al 2010 sono stati stimati mediamente 83 morti all'anno attribuibili ai superamenti di polveri sottili nell'aria ed i ricoveri per cause cardio-respiratorie sono stati 648 all'anno. Già negli anni 90 era denunciato un eccesso di mortalità per patologia tumorale (+11%) e per altre patologie: malattie neurologiche (+64%) e malattie cardiache (+14%), nei lavoratori dell'impianto. Ora l'Istituto Superiore di Sanità riporta, nella popolazione di Taranto, un aumento del 15 % di mortalità per tutti i tumori, che raggiunge il 30% per il cancro del polmone, rispetto al resto della popolazione italiana.

In  questi giorni vari personaggi politici e dirigenti di industria hanno rilasciato dichiarazioni e fatto  affermazioni che lasciano francamente perplessi. Hanno attaccato, anche pesantemente, la Magistratura quasi fosse Lei la causa del disastro. Ma è dovere assoluto del Magistrato intervenire di fronte all'evidenza di crimini, soprattutto se di proporzioni così vaste nei confronti dell'ambiente e della salute, con morti che si contano a centinaia e che si continueranno a contare per decenni. Già gli enti regolatori locali sono dovuti intervenire più volte a fronte di segnalazioni per lo più giunte da varie Associazioni: nel pecorino prodotto nei pascoli prossimi all'Ilva sono state trovate concentrazioni di diossina e PCB tre volte superiori ai limiti di legge e la ASL di Taranto ha abbattuto 1300 capi di bestiame. Nel 2010 un'ordinanza della Regione Puglia ha vietato il consumo di carni degli ovini e caprini cresciuti in un raggio di 20 km dall'area industriale di Taranto, per eccesso di diossina. La ASL di Taranto ha vietato il prelievo e la vendita di cozze allevate nel primo seno del Mar Piccolo: vi sono altissime concentrazioni di diossina e PCB. Uno studio di ricercatori dell'ARPA ha evidenziato un eccesso di piombo nelle urine dei Tarantini e così via.
Forse la Magistratura sarebbe dovuta intervenire prima, ma probabilmente non era facile districarsi fra schiere di Amministratori e Scienziati sempre pronti a dichiarare che "non vi sono prove certe di causa/effetto" e che i numeri di morti ed ammalati "non sono sufficienti". E non è stata aiutata dalle norme vigenti che, invece di imporre controlli in continuo delle emissioni, lascia facoltà di controlli eseguiti 3-4 volte l'anno per 6-8 ore per essere "in regola" (lo stesso recente "Decreto Semplificazioni" parla, addirittura, di autocertificazioni "amichevoli" da parte dei titolari degli impianti). Né hanno aiutato i Magistrati gli organismi di controllo, evidentemente  incapaci o molto più probabilmente conniventi.  Così si è giunti di fronte ad un crimine contro la popolazione la cui proporzione potrà essere misurata solo con il passare di molti anni, fra dolore e sofferenza di ammalati e delle loro famiglie. Ben venga, quindi, l'azione della Magistratura: è un suo dovere istituzionale perché l'evidenza dei crimini commessi fra arroganza del potere economico, incuria, ignoranza, connivenza e cinismo è sotto gli occhi di tutti.
La Politica è ormai succube dell'Economia, deve incentivare la produzione a tutti i costi per compiacere le lobby ed i centri di potere, che però poi le chiedono il conto. In Italia ne conseguono, come detto, facilitazioni normative che, per esempio per quanto riguarda i controlli, rasentano la farsa. Per tacere del comportamento degli organi deputati ai controlli, i cui ruoli nevralgici sono di nomina politica, che tendono a non disturbare le lobby che ruotano intorno ai partiti e gli interessi economici. A tutto questo si aggiunge una corte di referenti scientifici, spesso anch'essi conniventi con la politica per clientelismo, che giustificano tutto e negando ogni nesso causale, ripropongono in continuo nuovi studi o monitoraggi che, sanno bene, si concluderanno dopo molti, troppi anni. Come se ci fosse bisogno di chissà quali dimostrazioni per affermare che a forza di spargere tonnellate di veleni e cancerogeni ci si ritrova un aumento del numero di morti per cancro o per altre malattie. Anche i Sindacati hanno taciuto per anni sul disastro ambientale, come se la difesa del posto di lavoro fosse merce di scambio con la vita dei lavoratori e dei propri familiari. E forse si è anche trattato di una connivenza moralmente discutibile, se è vero, ad esempio, che il Patron dell'Ilva ha contribuito sostanziosamente a sostenere le celebrazioni nazionali per i 150 anni della CGIL.
Ben venga dunque la Magistratura, e chi altri sennò? Se la Politica vuole dare un segnale forte di discontinuità legiferi in modo che i controlli siano gestiti dalla Magistratura o almeno da un soggetto arbitrale terzo, assolutamente estraneo ai giochi della politica stessa, altrimenti non se ne esce.
Ultimamente è stata coniata una sgradevole espressione per denunciare cattive leggi contro i lavoratori: "macelleria sociale". Ora a Taranto questa sgradevole espressione sembra prendere corpo.
fonte:  http://isdepalermo.ning.com

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