Pagine

giovedì 6 dicembre 2012

[ASSOCIAZIONE VivereInVALDISIEVE] La Bozza che COZZA con la LR 21/2012!

Come fa ad asserire Rossi che VIETA " con la legge n. 21/2012 ogni forma di intervento edificatorio in oltre 1000 km quadrati di territorio, pari al 7% della superficie pianeggiante della regione. Insieme al divieto di edificazione negli alvei, nelle golene, sugli argini e nelle fasce laterali per una larghezza di 10 metri dall'esterno dell'argine," quando poi in Valdisieve si autorizza l'inceneritore sulla Sieve,7 volte più grande e in aree a rischio idraulico MOLTO elevato ed elevato, a Sarzana (sul Magra a cavallo del confine Tosco-Ligure) si autorizza tutta una serie di costruzioni, a Casale si autorizza un digestore anaerobico e in Maremma (anche  nelle aree che sono state allagate qualche settimana fa) si continua a costruire (tanto che la spinta maggiore per modificare gli articoli sembra sia partita proprio dagli amministratori di quelle zone)????????????????????????????
E come la mettiamo con la bozza (sotto)  del ministro che dice che in attesa della revisione del PAI sono vietati anche insediamenti produttivi o per servizi o infrastrutture????????
Si farà una modifica ad hoc anche alla bozza, visto che è solo una bozza??


Il  Ministro dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare


BOZZA DI DELIBERA DEL CIPE

"LINEE STRATEGICHE
PER L'ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI,
LA GESTIONE SOSTENIBILE E LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO "

IL CIPE
VISTA la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ratificata con legge nazionale n. 65 del 15 gennaio 1994;

VISTE le decisioni 1/CP.15 e 1/CP.16 della Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che hanno riconosciuto l'importanza di conferire alle misure di adattamento la stessa priorità conferita alle misure per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra;

VISTI gli articoli 63  e 64 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, che dispongono la ripartizione del territorio nazionale in otto distretti idrografici e l'istituzione di un' Autorità di Bacino Distrettuale per ogni distretto idrografico;

VISTO il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 che prevede che i piani di gestione dei bacini idrografici tengano conto degli impatti dei cambiamenti climatici in  recepimento della direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE;

VISTO il decreto legislativo 23 febbraio 2010, n. 49 di attuazione della direttiva 2007/60/CE in materia di  valutazione e  gestione dei rischi di alluvioni, che evidenzia la necessità di integrare l'adattamento ai cambiamenti climatici nelle strategie per ridurre il rischio di alluvioni;

VISTA la Strategia Nazionale per la Biodiversità, adottata d'intesa con la  Conferenza Stato-Regioni del 7 ottobre 2010, che include tra gli obiettivi strategici l'adozione  di  misure  per l'adattamento il  rafforzamento della  resilienza degli ecosistemi naturali e seminaturali ai cambiamenti climatici

VISTO il decreto legislativo 13 ottobre 2010, n. 190,  di recepimento  della direttiva 2008/56/CE che prevede come misura prioritaria delle politiche per l'ambiente marino l'adattamento ai cambiamenti climatici;

VISTO il Libro Bianco della Commissione Europea (CE) "Adattarsi ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo", che  esorta i Paesi Membri  a  dotarsi entro la fine del 2012 di una Strategia di Adattamento Nazionale;

CONSIDERATO che, come risulta dalla serie storica degli eventi climatici estremi, a partire dagli anni ottanta l'Italia subisce danni sempre più rilevanti, che costano mediamente 3,5 miliardi/anno  con effetti significativi per l'economia nazionale;

PRESO ATTO che sulla base dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI),  previsti dalle leggi 267/1998 e 365/2000,  le aree ad elevata vulnerabilità per i rischi di frane ed alluvioni rappresentano circa il 10% della superficie italiana (29.500 kmq) e riguardano l'89% dei comuni (6.631).

CONSIDERATO che le evidenze delle modificazioni del clima richiedono  prioritariamente l'aggiornamento dei PAI, nell'ambito di una più estesa valutazione della vulnerabilità del territorio nazionale ai cambiamenti climatici;

VISTO il Rapporto preliminare sullo stato delle conoscenze scientifiche su impatti, vulnerabilità ed adattamento ai cambiamenti climatici elaborato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

CONSIDERATO inoltre che, l'amplificarsi in intensità e frequenza degli eventi estremi richiede  azioni immediate per  mettere in sicurezza il territorio;

CONSIDERATO che l'attuazione di azioni/misure di adattamento  coinvolge  settori socio-economici particolarmente dipendenti dalle condizioni meteo-climatiche, e che pertanto è necessario  avviare un dialogo strutturato con le parti interessate;

CONSIDERATO che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 24 settembre ha avviato la prima consultazione pubblica sugli elementi di base per l'elaborazione della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e che tale consultazione si è conclusa il 15 novembre;
DELIBERA
Articolo 1
(Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici,
 la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio )

Entro il 1 marzo 2013  il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con i Ministri delle politiche agricole e forestali, delle infrastrutture e dell'economia e finanze, sentita la Conferenza unificata, presenta al CIPE  la Strategia Nazionale per l'Adattamento ai Cambiamenti Climatici sulla base dei seguenti indirizzi :
1.       Il Rapporto sullo stato delle conoscenze scientifiche su impatti, vulnerabilità ed adattamento ai cambiamenti climatici predisposto dal Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare è la premessa alla strategia, e viene aggiornato ogni 4 anni;
2.       Sulla base del Rapporto, ed in attuazione della direttiva  "alluvioni" 2007/60/CE,   sono aggiornati entro il 31.12.2013 dalle Autorità di Bacino dei distretti idrografici  i Piani di Assetto Idrogeologico (PAI);
3.       La Strategia tiene conto delle seguenti priorità di intervento :
a)                   limitazione degli usi a fini urbani e produttivi delle zone individuate ad alta vulnerabilità dai PAI;
b)                   contenimento del consumo del suolo, anche in  coerenza con  il  disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento dei suoli;
c)                   manutenzione dei corsi d'acqua attraverso interventi di regimazione idraulica, di ricalibratura e di pulizia degli alvei;
d)                   gestione delle acque reflue al fine di accrescere la resilienza dei centri urbani;
e)                     recupero di terreni degradati e dismessi, privilegiando la promozione  di attività agricole di qualità, misure di riforestazione con specie autoctone e di valorizzazione degli  ecosistemi,
f)                     ripristino  della gestione dei suoli nelle aree più esposte al rischio di frane (terrazzamenti e coltivazioni dedicate);
g)                   estensione delle disposizioni relative alla manutenzione dei boschi di cui all'articolo 3 della Legge 353/2000, anche per finalità connesse alla sicurezza idrogeologica;
h)                   miglioramento della gestione dei boschi demaniali, considerati quali primarie infrastrutture verdi, attraverso
Ø     conversione dei cedui in fustaie ed utilizzo della biomassa a fini energetici senza intaccare le funzionalità di assorbimento di carbonio,
Ø     conversioni dei rimboschimenti con conifere alloctone a latifoglie autoctone;
Ø     tutela dagli incendi boschivi con diradamenti e ripuliture e conseguente  impiego delle biomasse di risulta per produzione di energia e/o chimica verde;
Ø     protezione della biodiversità e aumento della resilienza dei boschi all'impatto dei cambiamenti climatici;
i)                           identificazione delle misure più appropriate per ridurre la vulnerabilità delle coste, aumentare la resilienza delle aree costiere ai cambiamenti climatici e proteggere le infrastrutture e gli ambienti costieri;
j)                       Impiego delle informazioni climatiche nella programmazione territoriale e delle infrastrutture strategiche per il Paese.

4.  Ai fini dell'attuazione della strategia sono individuate le seguenti azioni prioritarie :

a)              l'approvazione da parte del CIPE, entro il 1 marzo di ogni anno  a partire dal 2014, di un piano annuale di interventi per l'adattamento ai cambiamenti climatici e la messa in sicurezza del territorio predisposto dal Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, d'intesa con i Ministeri delle  politiche agricole e forestali, delle infrastrutture e dell'economia e finanze, sentita la Conferenza unificata, sulla base dei PAI di cui al precedente punto 2  ;
b)           ai fini del finanziamento del piano di cui al comma precedente, la  costituzione – per il periodo 2013- 2020- di un fondo nazionale  alimentato con
Ø     il 40% dei proventi derivanti dalle aste dei permessi di emissione di cui alla direttiva europea 2009/29/CE;
Ø     un prelievo, determinato annualmente, su ogni litro di carburante consumato fino al raggiungimento di 2000 milioni € all'anno;
c)              l'approvazione da parte del Governo, entro il 31 marzo 2013, di un disegno di legge per l'introduzione  di un'assicurazione obbligatoria per la copertura dei rischi connessi agli eventi climatici estremi a carico di beni e strutture di proprietà pubblica e privata.
 Art.2
(Misure urgenti di salvaguardia)


1.                 Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze e con il Ministro della Funzione Pubblica, sentita la Conferenza permanente Stato-regioni si provvede alla costituzione delle Autorità di Bacino Distrettuali ai sensi dell'art.63 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
2.                In attesa della revisione dei PAI, di cui al precedente art.1, è vietato  l'uso ai fini residenziali, produttivi o per servizi e infrastrutture, delle zone già classificate  "R4- Aree a rischio idrogeologico molto elevato", fino alla adozione da parte delle amministrazioni competenti delle misure di prevenzione.

Nessun commento: