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mercoledì 22 maggio 2013

PECUNIA OLET


                                                                            

                                                              CITTADINI AREA FIORENTINA

                                                                                                     COMITATI DEI CITTADINI – FIRENZE

 

PECUNIA OLET O NON OLET ?

 

                                                                              Ex area FIAT di viale Belfiore                                                                             Attrezzature pubbliche realizzate dal Comune di Firenze                                                                                                                                              

 

Leggiamo sulla cronaca locale di “la Repubblica” del 14 maggio (Ernesto Ferrara – Basta soldi al posto dei giardini) che l’Assessore Meucci ha presentato alla Giunta comunale, che l’ha approvata, una delibera con la quale si dice stop al denaro che il Comune ha fino ad oggi incassato in sostituzione degli standard urbanistici previsti dal tuttora vigente D.M. 1444/68 (scuole, servizi sanitari, servizi sociali, verde, parcheggi, ecc.).

Secondo noi lo scandalo non sussisteva tanto nell’incassare quel denaro, quanto nella sua destinazione finale. Non vi è infatti nessuna legge che imponga al privato di realizzare le opere di urbanizzazione (gli standard del decreto di cui sopra) a scomputo degli oneri di urbanizzazione, cioè detraendo l’importo delle opere stesse dal calcolo effettuato dal Comune sulla base delle volumetrie da costruire: il privato “può” realizzare tali opere, in caso contrario versa al Comune gli oneri di urbanizzazione. Ma qui il diavolo ci mette la coda.

Infatti quando il Comune incassa gli oneri di urbanizzazione dovrebbe  contestualmente realizzare quelle opere. In assenza di ciò, come spesso è avvenuto negli ultimi anni grazie ad una norma berlusconiana che ha consentito di utilizzare gli oneri per il bilancio corrente,  non sono soddisfatti gli standard di cui al suddetto decreto (a proposito, che fine ha fatto la proposta di legge Catania, meritoria iniziativa del governo Monti, che proponeva il ritorno ai principi delle legge Bucalossi in tema di oneri di urbanizzazione ?)

 

E adesso che cosa ci prospetta la nuova decisione della Giunta?

Che il privato dovrà fare sempre le opere a scomputo, a meno che….. ecco spuntare di nuovo la coda del diavolo. A meno che:

 

a)     si costruisca in zona satura, dove non è possibile realizzare né un parcheggio né un giardinetto, ed allora i privati stessi si faranno carico di realizzare tali opere altrove. Ma dove? Sarà dove le opere servono davvero al quartiere di appartenenza oppure dove il privato possiede un pezzetto di terreno, magari in campagna, di cui nessuno sa cosa farsene?

 

b)    vi siano casi del tutto particolari, come ad esempio l’intervento nella ex area FIAT in viale Belfiore ad opera del magnate tedesco Dreier che farà “case e alberghi” e che pertanto si vedrà conteggiare una bella quantità di oneri di urbanizzazione. In casi come questo, casi decisamente “pesanti” il Comune sceglie di monetizzare incassando direttamente il denaro. Per fare le opere di urbanizzazione, magari al di fuori del lotto, visto che anche questa zona è satura?  Macchè! In questi casi, le cosiddette occasioni ghiotte, il Comune utilizzerà i denari (che non saranno pochi) esattamente come ha fatto finora, cioè per rimpinguare le casse comunali, con buona pace del decreto 1444/68 e della qualità della vita in città.

 

Notiamo infine come fra le affermazioni eclatanti (Firenze a volumi zero!, Non prenderemo più soldi ma faremo giardini!) e i fatti c’è sempre un bel divario: sarebbe opportuno che la stampa e l’informazione si facessero carico di chiarirlo all’opinione pubblica. Come già successo altre volte, anche in questo caso l’articolo di “la Repubblica” si sottrae a questo compito mettendo in risalto un titolo che dice una cosa molto diversa da quanto illustrato nel testo!

 

Crediamo che per il principio della trasparenza, che, assieme a quello della partecipazione è  per noi elemento essenziale per un rinnovamento della democrazia, sia opportuno smetterla con le affermazioni ad effetto che non informano sulla sostanza delle scelte e dei problemi che ci stanno davanti. 





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