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giovedì 15 febbraio 2018

a dieci anni dal referendum sulle tramvie

CITTADINI AREA FIORENTINA
A DIECI ANNI DAL REFERENDUM SULLE TRAMVIE 
MENO VERDE, MENO STORIA, PIU' ACCIAIO E PIU' CEMENTO PER TUTTI
Il capolinea della Linea 2 in costruzione in Piazza dell'Unità
 
Chissà se la tifoseria del tram, così altamente rappresentata tra ambientalisti antismog, nella sinistra (abitualmente contraria alle grandi opere) e persino nell'ambito universitario che esattamente 10 anni fa si schierò per il No (o desistette dal partecipare) al Referendum per bloccare le 2 linee tranviarie, se lo immaginavano un risultato così distruttivo per la città.
Per esempio a S.M. Novella, dove pare quasi che i binari ferroviari siano usciti dal fabbricato della stazione, come per dirigersi verso Piazza del Duomo, fermati soltanto da un paraurti in calcestruzzo, a 10 metri dal transetto della trecentesca basilica.
Ante 1990. La grande aiuola a parterre fiorito al centro della piazza, presente fin dal dopoguerra con composizioni diverse. Ora distrutta dal passaggio della tramvia.

Chissà se qualcuno di loro vagheggiava di veder sovrapposta una selva di funebri fusti in acciaio ad una celebre "prospettiva" del Novecento italiano, elaborato del concorso del 1932 vinto dal Gruppo Toscano, con capofila Giovanni Michelucci e buona pace della nota Fondazione a lui intitolata.


1932. Veduta da Piazza dell'Unità. Disegno presentato dal Gruppo Toscano al concorso per la nuova stazione di Firenze.


E chissà se quegli stessi appassionati di binari, si erano resi conto di quanto meno invasivi e distruttivi fossero i tram che per oltre sessant'anni avevano servito la stazione e tutto il centro della città.

Come ben si vede nella foto del 1939 e in quella del 1958, durante i lavori di rimozione delle rotaie da Piazza del Duomo. Insomma banalità del tipo le tramvie sono state di casa per 60 anni possono starcene altrettanti, non hanno alcun fondamento; tanto diverse erano, rispetto all'oggi, quell'Italia quei tram, dagli apparati tecnologici incomparabilmente più leggeri degli attuali.
Ciò è tanto più vero nel momento in cui nel mondo è in corso la rivoluzione di una mobilità sempre più connessaautonomaelettrica e condivisa, la quale tra l'altro prevede, nel campo del trasporto rapido di massa, la guida automatica e la modularità dei convogli.
Rincorrere con affanno la realizzazione di opere dalla tecnologia superata (o continuare ad inseguire inceneritoripiste aeroportualitunnel TAV, ecc) distrae dal ben più importante compito di focalizzarsi sul futuro, lasciando che a determinarlo siano non la città e i suoi cittadini, ma l'alta finanza e i grandi gruppi multinazionali (Google, Tesla, ecc.)
Eppure nonostante la sorda ostilità di tanta parte dell'opinione pubblica, i cantieri infiniti, i costi fuori controllo, la devastazione del verde e delle pietre della "culla del Rinascimento", la città tace. Al più chiede che si faccia presto a darle il colpo di grazia.
Tanto che una non più che corretta inchiesta di D. Vecchi, dedicata alla città e alle sue grandi opere intitolata  "Città incompiuta – Nardella e le rotaie d'oro: 741 milioni per due linee" è dovuta comparire su  Il Fatto Quotidiano, ben alla larga dalle cronache della stampa locale piuttosto silente su questi temi.
Intanto la concessionaria dei lavori Tram Spa per le due linee ha appena presentato al Comune una richiesta di rimborso per ulteriori 282 milioni di opere non previste.
Anche se il Comune riuscisse ad evitare un simile salasso (che aumenterebbe il costo del 40%) il costo complessivo delle tre linee, lunghe circa 20 km, viaggia ormai sui 722 milioni, cioè una media di 37,5 Mln/Km. Del tutto incomprensibile se si considerano i 22 Mln/km delle ultime tramvie romane, i 7-8 Mln/km della media europea, addirittura i 4,5 Mln/Km di Montpellier. Ma anche i 65 Mln/km della ben più performante metropolitana leggera automatica di Brescia lunga 13,7 km.
Ciò nonostante l'Amministrazione attuale, che chiede di essere rieletta, sembra andare molto fiera di questi risultati (vedi foto) e chiede di proseguire con la Linea 2 per Viale Lavagnini, Piazza della Libertà, Viale Matteotti, via Lamarmora, via Cavour e Piazza S. Marco.


L'Assessore Giorgetti e il Sindaco Nardella accanto al 'Sirio'.

Le immagini relative a Piazza dell'Unità qui riportate e quelle già pubblicate nel precedente notiziario   Si fa presto a dire tramvia, possono aiutare la fantasia dei cittadini nell'immaginare i risultati. Nello stesso notiziario formulavamo in proposito ipotesi alternative.
Per cambiare rotta però occorrerebbe trasformare i sistemi politici, soprattutto riguardo alla velocità e duttilità delle decisioni partecipate dai cittadini  (referendum propositivi e tecniche di democrazia diretta). L'attuale legge per eleggere i Sindaci ogni cinque anni, da questo punto di vista, appare particolarmente inefficace, soprattutto se quel Sindaco è impegnato a realizzare opere pensate trent'anni fa.
DI CERTO LA PRIMA DISCUSSIONE DOVREBBE RIGUARDARE CIO' CHE ANCORA MANCA A FIRENZE: UN PIANO DELLA MOBILITA', DEI TRASPORTI E DELLE INFRASTRUTTURE STABILE VERIFICATO E AGGIORNABILE.

IN ASSENZA DEL QUALE SAREMO CONDANNATI AD INSEGUIRE LE INIZIATIVE CHE ARRIVERANNO DA FUORI.

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