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lunedì 12 marzo 2018

variante per il patrimonio storico architettonico

CITTADINI AREA FIORENTINA
VARIANTE PER IL PATRIMONIO STORICO ARCHITETTONICO
RESTAURO O RISTRUTTURAZION PER

ME PARI SON
La città patrimoniale è messa in scena e convertita in scena: da un lato illuminata, ripulita, allestita a scopi d'abbellimento e di esposizione mediatica; dall'altro teatro di festival, feste, celebrazioni, congressi, veri e falsi happening che moltiplicano il numero dei visitatori dopo aver  mobilitato l'ingegnosità degli animatori  *
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------           Eravamo rimasti alla clamorosa sentenza della Cassazione n. 6873/2017 di appena un anno fa che imponeva un permesso di costruire per il cambio di destinazione d'uso nei centri storici a partire dal caso della trasformazione di Palazzo Tornabuoni a Firenze.
 In quell'articolo si sottolineava l'ambiguità esistente tra interventi di restauro, ristrutturazioni edilizie ed urbanistiche.
Riferivamo anche come, di fronte a quella sentenza della Cassazione, vi fosse stata la reazione concorde di tutta la "cabina di regia" operante sul Patrimonio storico architettonico di Firenze, con in testa l'Ordine degli Architetti, in nome della "rigenerazione" e del superamento del "degrado", che sfociava in un'accorata richiesta di modifica.
 L'appello provocava prontamente una iniziativa dell'attuale Governo che, attraverso un emendamento al T.U. dell'edilizia del 2001, introduceva il mutamento delle destinazioni d'uso negli "interventi di restauro e di risanamento conservativo"  purché in accordo con quanto previsto dagli strumenti urbanistici comunali.
 Il Comune di Firenze, non pago degli strumenti urbanistici vigenti, secondo noi fin troppo permissivi, decide allora di predisporre questa Variante al R.U. in fase di esame, nella quale le norme precedenti sono ulteriormente allentate.
 E' quanto denuncia l'appello che l'urbanista Ilaria Agostini ha recentemente lanciato in un suo articolo Dietro la facciata niente con il quale si invitano residenti e turisti, comitati e associazioni, a bloccare questo pericoloso dispositivo. Appello che qui rilanciamo.

La modifica delle N.T.A. riguarda essenzialmente l'art. 13.
Ciò che balza agli occhi è che in tutte e quattro le categorie in cui vengono suddivisi gli edifici, la Variante prevede che siano ammissibili gli stessi tipi di interventi, cioè ordinaria e straordinaria manutenzione, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, con buona pace delle tipologie edilizie.
 In particolare, il restauro e la ristrutturazione edilizia vengono previste con alcune "limitazioni" che riguardano esclusivamente la distribuzione principale interna (androni, corpi scala, ecc), lasciando modificabile tutto il resto. Per le stesse facciate la composizione deve essere rispettata, ma solo "sostanzialmente".
 Inoltre le modalità di approvazione del restauro e risanamento conservativo (intervento ormai svuotato di qualsiasi senso logico) non vengono specificate dal regime amministrativo prescritto dalla Variante in quanto si provvederà direttamente con SCIA (Segnalazione certificata di inizio di attività), cioè con una dichiarazione del progettista.
 Infine, il comma 2 art. 13 riferito agli immobili riconosciuti come "beni culturali" ai sensi del DLgs 42/2004 (Parte II, Titolo I) ci sembra espresso in modo alquanto ambiguo: per questi beni si decreta infatti l'esclusione dalle limitazioni. Se si intende dire che questi beni sono soggetti esclusivamente al parere della Soprintendenza, allora occorre dirlo esplicitamente.
QUESTO PROVVEDIMENTO, ASSIEME AD ALTRI ALTRETTANTO GRAVI CHE STANNO SMANTELLANDO E DEPOTENZIANDO IL RUOLO ISTITUZIONALE DELLE SOPRINTENDENZE, UFFICI PREPOSTI AI BENI CULTURALI, RIENTRA ORMAI IN UNA POLITICA SOSTENUTA DAI VARI GOVERNI DEGLI ULTIMI VENTI ANNI.
TALI MISURE, FAVORENDO UN'IDEA DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE IN SENSO PURAMENTE ECONOMICISTICO, MIRANO A SCINDERE IL LEGAME FORTE E PARITETICO FRA VALORIZZAZIONE E TUTELA CHE LA COSTITUZIONE E LE LEGGI DEL NOSTRO PAESE HANNO SEMPRE SANCITO.

 * Francoise Choay – L'allegorie du patrimoine – Seuil 1992





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